martedì 2 febbraio 2010

Vivere dégagé

Cara Irene, sei sparita o cosa?
IO HO DECISO: dopo un anno di straniamento, cercherò semplicità e leggerezza.
Prova ad ascoltare Charlotte Gainsbourg e poi capirai cosa significa quello che sto dicendo...io ne vado matta!
Prova a vedermi, a prendere i bimbi a scuola con blazer fluido su gonna alla caviglia...
Prova a venire qui a cena e sentirai che delizia! Comfort food e cassette biologiche..
Prova a vedere Alice nel paese delle meraviglie!
Prova prova prova!


p.s. e a Roma dal 18 febbraio al 16 maggio, c'è da vedere una mostra di fotografie interessante alla Galleria nazionale d'arte moderna, "Donna:avanguardia femminista negli anni 70".


lunedì 25 gennaio 2010

Lampade alogene

Care Irene,
giornata fredda oggi che non ti dico e senza luce: mentre i bambini ballano la salsa vestiti con tutù da danza, io mi danno con una cavolo di lampada alogena lunga e stretta, delicata peggio di un cristallo di Boemia, che mi hanno detto che se la tengo troppo in mano scoppia. Si è fulminata e la devo sostituire. Peggio che lavorare in miniera!
Appunto, parliamo di ferramenta e negozi di prodotti elettrici. Ci sei mai entrata? Da impazzire....ho aspettato circa un'ora, prima di ricevere domande atroci, tipo: "la vuole a 130W ma con consumo fino a 200W?" "se non dovesse entrare vuole limare gli estremi della lampada di allaccio???" ed io pensavo: "con la lima delle unghie"?
Madonna bona, ma quanto guadagnano gli elettricisti? Misà che cambio lavoro.....


venerdì 22 gennaio 2010

Poesia e lavoro


Ciao Simo,

ma come stai? Mi preoccupo... Ieri la mia stella grande ha passato il tardo pomeriggio alla Gemäldegalerie e poi ha dormito da un'amica, mentre la piccina mi è rimasta tra le braccia sul divano mentre guardavamo la Fabbrica del cioccolato, quello con Gene Wilder. Voglio un cappello come Willy Wonka! Ma dai mammaaaa, mi fa lei la diavola.
Ti allego una poesia di Patrizia Cavalli, che se no con me pare che il mondo cominci e finisca coi confini polacchi, invece no... ci sono anche i paesi profondamente influenzati dalla terra del pierogo. Ok, smetto.


Di essere ormai adulta l'ho capito
da come la notte vado al gabinetto.
Sicura di tornare al grande caldo, prima
era un'interruzione quasi a occhi chiusi,
veloce e trasognata. Ora è un viaggio lento
e freddo, staccato dal sonno, dove guardo
sapendo di guardare le stesse mattonelle
lo stesso muro screpolato, lo stesso secchio
lasciato in mezzo al corridoio,
e confusa nell'estatico disordine
riconosco il percorso in un codice
di piccoli sussulti finché mi riconsegno
a un tiepido torpore castigato.

da ''Poesie'', Einaudi 1999

Cara Irene,
sono sparita, sì. Ma per poco.
Giusto il tempo di capire qualcosa in più.
E comunque è ufficiale, il primo marzo torno a lavorare.

martedì 19 gennaio 2010

Martedì di scoperte

Mia cara adorata Simo,
mi sono chiusa fuori di casa questa mattina, ma vabbè, perché sembrava che la giornata cominciasse malissimo, invece no, perché la mia fatina nachbarina era in casa e tutto si è risolto, persino con un bel caffè. Ed è stato un piacere rientrare in casa, Mattia nella cuccia mi aspettava con questo sguardo che sembra una corda, una fune alla quale mi si aggrappa e ormai è tutto sguardo e uno straordinario zaino da lavare per una bella banana spiaccicata dentro. Che cosa le faccio? Cosa si fa ad una bambina di sei anni che ha il 34 di piede e veste due taglie meno di me quando spiaccica una banana nella tasca dello zaino e se la dimentica pure per tre giorni? Cosa le faccio? Certo, nulla, le lavo lo zaino, rido e me la bacio.
Stamani sono su di giri perché Sua Maestà è partito e invece di lasciarmi la macchina in bilico sopra un ponte e in mezzo alla neve sai che cosa ha fatto? Me l'ha portata sotto casa. No, davvero Simo, se vedessi Mattia che balla la break dance con una maschera di John Travolta mi stupirei di meno. Sotto casa, da non credere.
Buona giornata tesoro! Stamani Mina.
Ir



Cara Irene,

Artista: Claudio Baglioni

Testo: Niente più 

Tu sei quel respiro
che mi toglie ancora il fiato
il solo nome che mi viene
come cerco le parole
e ho visto nubi andare altrove
e tu sei il cielo che è restato
la luce che piange negli occhi
quando piove con il sole
Tu sei la neve che ha imbiancato
i giorni grigi di una storia
la primavera che ha svegliato
il tuo profumo che ho in memoria
Tu..sei il senso che ho di me
quello che fui insieme a te
tra la gente e il mondo
Tu sei in cima e in fondo tu
per prima tu
e niente più
niente come prima..
Tu sarai per sempre
il mio peccato originale
in questa corsa per la vita
tu sei il mio lavoro nero
ed io non posso farne a meno
farmi di te
e farmi male
far tardi a leggere la notte
i tuoi pensieri col pensiero
Tu sei quel cagnolino ignaro
che ho lasciato per la strada
e da quel giorno pago caro
e che mi segue ovunque vada
Tu...sei il senso che ho di me
quello che fui insieme a te
tra la gente e il mondo
Tu.. sei in cima e in fondo tu
per prima tu
e niente più
niente più di prima..
Se torni qui
tu non tornare
siamo frecce
da non voltare
foglie sul viale
che non puoi ridare
al loro ramo
il passato è sale
si scioglie a dar sapore al futuro

quello che più

non si perde
non perdere
quel che c'è oltre il muro
Tu...sei il senso che ho di me
quello che fui insieme a te
tra la gente e il mondo
Tu.. sei in cima e in fondo tu
per prima tu
e niente più
niente dopo e prima
tu che non fai rima tu
niente più...
niente più...
niente più....

 

giovedì 14 gennaio 2010

Trastevere e risotto alle rape bianche

Cara Irene,
poche righe. Solo per tenerti aggiornata e dispiacermi insieme a te delle vittime, tante, del terremoto ad Haiti.
Oggi ho portato la piccola Caterina a Trastevere, a fare una passeggiata e a vedere la libreria Bibli. Però non è stata un'idea geniale, adesso è ancora più raffreddata, faceva un freddo!
Adesso cuciniamo un risotto alle rape bianche che abbiamo trovato nella fantastica cassetta BIO, e aspettiamo che la febbre arrivi anche a Nick mano lesta.

Tu?

Cara Simo,
io, io mi perdo, lo sai. Però nello smarrimento ho scovato una mail che spedii tempo fa dove allegavo una meravigliosa poesia di Montale, consigliatami una sera di belle chiacchiere dal mio amico Marco, che ha sempre il riferimento puntuale per ogni attimo. Eccola,

A questo punto, dal ''Diario del '71 e '72''

A questo punto smetti
dice l'ombra.
T'ho accompagnato in guerra e in pace e anche
nell'intermedio,
sono stata per te l'esaltazione e il tedio,
t'ho insufflato virtù che non possiedi,
vizi che non avevi. Se ora mi stacco
da te non avrai pena, sarai lieve
più delle foglie, mobile come il vento.
Devo alzare la maschera, io sono il tuo pensiero,
sono il tuo in-necessario, l'inutile tua scorza.
A questo punto smetti, strappati dal mio fiato
e cammina nel cielo come un razzo.
C'è ancora un lume all'orizzonte
e chi lo vede non è un pazzo, è solo
un uomo e tu intendevi non esserlo
per amore di un'ombra. T'ho ingannato
ma ora ti dico a questo punto smetti.
Il tuo peggio e il tuo meglio non t'appartengono
e per quello che avrai puoi fare a meno
di un'ombra. A questo punto
guarda con i tuoi occhi e anche senz'occhi.



Notevole, no?
Ti bacio
Ir

mercoledì 13 gennaio 2010

Febbre, torta di mele e punti interrogativi

Cara Irene,
oggi suppongo ti scriverò a più riprese: giornata in casa! Caterina ha la febbre ed è talmente una novità che quasi siamo contente, non mi ricordo più quando l'ha avuta l'ultima volta, forse a nove mesi? Dunque per festeggiare l'evento-malanno, cosa di meglio che preparare una torta di mele vintage ferrarese e scrivere di proprio pugno gli inviti al suo birthday party? La novità poi è ancora più nuova perchè siamo in casa sole, senza Niccolò...che, udite udite, è a scuola!!!
Ieri sera sono stata a cena con un mio ex "storico" o, dirai tu, "stoico"(?): buona la cena, bella la serata, goliardate e vino a go go! Bello uscire con gli ex fidanzati, tutti nuovi e rinnovati....

Cara Simo,
oggi la giornata è stata ben grigia fino all'arrivo di sant'Athena, che come sempre mi raddrizza e mi rimescola. Rientrando da scuola frignavo come una ragazzina e mi tremavano le mani che nemmeno riuscivo a leggere. Ierinotte ho fatto sogni orribili e mi son poi sentita peggio di un lampione rotto su una stradina di campagna, camminavo e mi sembrava di aver le lampadine penzolanti... Poi la mia fatina mi ha dato un par di schiaffi, due parole, una rassettata e dopo una passata di furia d'ordine in casa siamo uscite a vedere la mostra di Cranach, che non è stata nulla di che, ma in compenso ho preso un libro sui castelli del Brandeburgo su cui programmeremo le prossime gite bambinoprincipesche.
Dura Simò, spesso è dura.
Ir

martedì 12 gennaio 2010

Julia Hartwig a Roma

Simona mia cara,
ieri ho scambiato due parole con un amico e mi è rimasta in bocca la sensazione un po' cretina di aver cinguettato come un'oca, per di più l'amico in questione lavora fianco a fianco con Sua Maestà, quindi insomma... Ma l'argomento era da cinguettìo, ti giuro. Il fatto è che quando vien fuori di parlare di qualcuno o di qualcosa che per me sono stati o sono fonte di emozioni scoperte, di entusiasmo, quando parlo di un maestro o di un'intima amica, insomma, quando ancora la stima la sento fresca nelle mani, quando ne conosco i suoni e gli odori, insomma, mi capita un eccesso di entusiasmo, soprattutto quando l'altro non sa di chi diavolo io stia parlando e non c'è alcuna condivisione di quell'entusiasmo è come se tramite altro volessi far passare qualcosa. Certo, il cinguettìo palmipedo non è la scelta più brillante. Allora stamani pensavo di dirti qualcosa di lei, di Julia Hartwig, prima che il 2 ti trascini, truccata, pettinata e coi tacchi a conoscerla. Quando ti parlo di qualcuno due su tre è un poeta polacco e anche questa volta non mi contraddico, figuriamoci, anche se lei non ha solo scritto poesie, o, come dice lei in uno dei suoi adorabili aforismi ''Com'è che si possono scrivere poesia e prosa, ma non si può scrivere prosa e poesia?'' - e di qui mi verrebbe subito di metterti la poesia della splendida Szymborska con il tavolino dei poeti... ma poi mi prendi a seggiolate, lo so -, insomma lei ha insegnato in America, in Canada, a Parigi, e, come dice lei stessa, ha scritto poesia e prosa. Poi, come chiaro che sia, è una donna bellissima, ha 88 anni, i capelli sempre raccolti con una treccia e uno chignon da sintesi elegantissima di un mondo che non esiste più e ha uno sguardo che mi sembra di vedere la mia nonna, la mia mamma, le mie più care amiche e me stessa come vorrei essere tra cent'anni, non perché lei sia così anziana, ma perché mi pare che tra me e lei ci sia un secolo di esperienze, di vita, di lucidità.
Ti ho tradotto una delle ultime poesie, tra l'altro pubblicate dal Krynicki di ieri,

Tendiamo l'orecchio

Come cantano bene le piccole nazioni
Ma non è il coro che ci delizia
solo il canto di quell'uno
che canta la sua verità
e non pensa ad essa per stupire

Come mai non volete più cantare
anime cantanti
nascoste dietro la vostra lieve tristezza
in una silenziosa attesa
alla quale basta un canto

Non c'era bisogno di una tale crudeltà
per esporci al disprezzo e alla derisione
I demoni del massacro e un tuono stellare
hanno messo a tacere la ninna nanna.


Ah, e poi, scusa, un'ultima cosa, ma sfogliando il libro ne ho visto un altro di questi aforismi sehr süss,
''Mamma, mi compri un panino''
Ascoltando questo mi vien da pensare che sia la più bella frase del mondo.

Da cinguettìo, no?



Cara Irene,
tu così poetica, io così galvanizzata dai libri di cucina!
Tu conosci Trish Deseine? è una irlandese  del '64 che si è trasferita a Parigi e lì ha cominciato a pubblicare nel 2000 libri di cucina per l'editore Marabout alcuni di enorme successo come Je veux du chocolat! del 2002 che ha vinto il World Gourmand Cookbook Award e venduto 500.000 copie.
Non è una di quelle signore che cucinano e fanno libri e basta: ha quattro figli (beata lei) e ci si dedica pure! 
Questo libro che ho io "I love torte" è fantastico perché inizia con la foto dell'attrezzatura necessaria per cimentarsi in cucina e poi è tutto un dolce, da sentirsi male! Noi tre già ne abbiamo fatto uno, il più facile ovviamente: quando vieni a Roma te ne faccio uno medio-difficile, ok?
Vabbè vado a prendere Caterina alla Scuola con la s maiuscola e mentre ci vado mi chiedo: ma perchè quando si va da Ikea si comprano tutte cose stupide e/o inutili e sempre e comunque ma dico sempre e comunque CANDELE?